Della Dedicationerato, & per la qualità de soggetti, che parlamentano, & per esser
di già posta in pensiero, nel ricompensar coloro, che gli hanno le
fatiche proprie, ò d'altrui dedicate. Qual dunque egli si sia, per
demostratione di cara amicitia, vengo a rappresentarglielo, co-
me apunto l'intesi dall'Eccellente Marogna, che sotto nome di
Eugenio discorre, rispondendo a Critone, che in tal modo diede
principio
CRITONE. Mi piace Eugenio di vedervi arrivato per tempo, in
gratia del comune nostro desiderio, percioche potremo ragionare
per buona pezza insieme, senz'altri intermedi, eccetto'l canto de'
l'usignuoli, il quale sopra l'iminente arbore, a concorrenza fanno.
EUGENIO. Alcuni vogliono, che questo sia piu tosto duello mor-
tale, che gareggiamento amoroso, dicendo, che le Filomele si met-
tono al cimento del canto giorni, e notti continue, sinche l'una, o l'al-
tra delle due, che contrastano, si moia per mancamento di fiato.
CRITONE. Anzi a me par d'haver inteso, che formino le dolci
cantilene, per ingannar con la soavità, la propria & longa vigi-
lia, stando sopra'l parto dell'ova, & a quelle, co'l calor continuo,
apportando vigore, & vita, ma ecco M. Francesco Porta.
POR. Crederò d'esser giunto opportuno, se però non sarò fatto im-
Portuno, interrompendo il corso de' vostri ragionamenti.
EUGENIO. Andavamo discorrendo, secondo ch'alla virtu de i
sensi, venivano rappresentati i fantasmi, come della melodia de'
l'usignuoli, apportataci all'orecchie, & del vostro arrivo, fattoci
caramente oggetto della vista.
CRITONE. Essendo buona pezza, che non habbiano goduto del-
la vostra affabile conversatione, se affare non vi soprastà, o non
venite per negotio particolare, vi potete trattencre.
POR. Il negotio, è quale lo predicate, ma c'ha bisogno di tempo, &
di favore, desiderando io di restar raguagliato, di quanto hieri
fu discorso, d'intorno la mia profeßione.
EUGENIO. Molti furono i parlamenti d'hieri, per la diversità
delle persone, che in questo luogo si ridussero, & tra le questioni
che vennero proposte, poche hebbero risolutione; si come fu del mo-
do del Dedicar i Libri, di cui, per favorirvi, si potrà dire qualche co-
sa, se però piace a Critone d'abbassar di novo l'orecchie, alla do-
mestichezza di questo soggetto.
CRITONE. Non si dovemo maravigliare (M. Francesco) se
[2nd column:]
l'anime ragionevoli, portate d'alcuna grande affettione, habbia-
no virtù di alterar le cose, & farle obedienti a noi, poi che veg-
giamo una amichevole benevolentia esser potente d'impatronir
si della nostra volontà, che pur noi, tratti da ossequio amorevo-
le, intendiamo di tralusciar ogn'altro pensiero, per gradir all'
honestà del vostro desiderio.
POR. Poi che non sò trovar parole atte a risponder a tanta cor-
tesia, l'uno, e l'altro ringratiando, come posso'l meglio, le pre-
garò a restar servite ad occupar l'arringo, poiche, loro mercè,
mi veggio habilitato à quello, ch'è mia intentione d'ascoltare.
EUGENIO. Noi non siamo ambitiosi di spettatori, onde risol-
vetevi di far la parte vostra, o d'andarvene co'l buon mattino.
CRITONE. Anzi, se vorrete partire, vi faremo legar'a guisa
di Proteo, fin a tanto che ci haverete dato que' responsi, che ca-
dono sotto la vostra cognitione.
POR. Trattandosi in questo certame del mio beneficio, a gui-
sa di lettera muta, tra duo vocali interposta, mi sforzerò di ren-
dermi mansueta, & di farvi consonanza, come potro'l meglio,
sperando anco di dire molte cose in questo proposito, ispirato dal
valor de' vostri ragionamenti, se bene a guisa di Proteo, overo
di Sacerdotessa su'l tripode concitata, poco, o nulla di quelle hab-
bia ad intendere; cosi preso ardir dalla vostra cortesia, vengo a
pregarvi, di volermi far gratia d'epilogar quel tanto, c'hieri
s'hebbe a discorrere, d'intorno alla presente materia.
EUGENIO.Quanto a me non so a pieno di raccordarlomi; par
mi bene che fosse proposto dal S. Conte Marco Verità, nel legger
un certo volume, a lui dedicato, se convenisse allo Stampatore,
o al Libraro far dono delle opere altrui, senza intendimento del
proprio autore, & che fosse concluso del nò. Incominciando poi
egli, come si dice, dall'ovo della siglia di Tindaro, & mostrando,
che'l dedicar altro non fosse, che consacrar cose, o parole in lode
de gli Dei, o de gli huomini, ci diede a conoscere come antica-
mente a tanti Numi favolosi, & mentiti furono inalzatti tem-
pi, ed altari, co'l qual proposito hebbe anco a riferir la cerimo-
nia solennißima, & sacrosanta, dove Salomone, nel dedicar il
Tempio di Gierusalemme, sacrificò ventidue mila boi, & cento,
e ventimila pecore.
POR. Havrei caro di sapere a che proposito fosse nominato
[il sacrar